La Parrocchia Beata Maria Gabriella è stata istituita il 29 giugno 1986. Essa si trova nella zona sud della città di Nuoro e la Bolla di istituzione ne indica l’ambito territoriale, che viene scorporato dalla parrocchia di S.Paolo. Le motivazioni per l’istituzione della nuova parrocchia, riportate nella Bolla, muovevano tutte da indicatori di carattere sociale:
`La ulteriore crescita della popolazione e della circoscrizione parrocchiale di S. Paolo, in Nuoro, con l’espansione a valle, nel rione di Badu ‘e Carros, delle strutture edilizie e l’insediamento in esse di numerose famiglie […] l’ubicazione periferica, a monte, della chiesa di S. Paolo […], le difficoltà di comodo accesso delle persone anziane e cagionevoli e dei bambini alla chiesa parrocchiale di S. Paolo, data la conformazione acclive e l’esposizione ai venti di tramontana della zona […] le giuste esigenze e le pressanti sollecitazioni degli abitanti della parte bassa di quel territorio`.
Insomma, l’impegno sociale di questa parrocchia non può essere pensato come una sorta di strategia, ma era già contenuto nell’atto fondativo della stessa parrocchia e apparteneva quindi al suo DNA, era parte integrante della sua fisionomia, sia come preoccupazione dell’autorità ecclesiastica di voler realizzare un servizio non generico ma concreto alle persone che abitavano proprio quel territorio, sia come richiesta e sollecitazione degli stessi abitanti che si consideravano quindi aggregazione nuova e diversa rispetto alla parrocchia di origine, dedicata a S.Paolo apostolo.
La Bolla faceva comprendere anche in modo esplicito le motivazioni che suggerivano l’istituzione della nuova parrocchia, la dove parlava di “servizi di culto e di ordine religioso e sociale”. Sembra un dato interessante che l’autorità ecclesiastica abbia quasi sancito esplicitamente nell’atto fondativo che la parrocchia deve avere una fisionomia e un impegno non solo di ordine religioso, ma anche sociale.
Tutti questi elementi, evidenziati nella Bolla di istituzione, ci inducono a dire che vi è una sorta di vocazione sociale nella storia di questa parrocchia e che tale vocazione diventerà sempre più consapevole e matura con i passi successivi.
E’ necessario anche un accenno al quartiere in cui la nuova parrocchia si colloca. Si tratta del quartiere di Badu ‘e Carros. A detta di molti è un quartiere nato quasi per caso, partendo da un insediamento originario costituito esclusivamente dalle botteghe artigiane.
Probabilmente era questa la destinazione programmata a tavolino dalle amministrazioni della città: doveva essere la zona industriale.
Il carcere di Badu ‘e Carros, pensato per essere fuori dal centro abitato, è rimasto a lungo in aperta campagna. Ma la fame di case delle nuove famiglie e il fenomeno dell’urbanizzazione ha portato in poco tempo ad un’autentica invasione di questo territorio. Anche il carcere con la sua vicinanza alla parrocchia e il bisogno di case, che si concretizzò nella costruzione di diverse abitazioni proprio in questo territorio, costituirono un nuovo segnale perché questa comunità ecclesiale assumesse una precisa fisionomia e sviluppasse la sua vocazione sociale.
Perciò quando mons. Giovanni Melis istituì la nuova parrocchia, la scelta ecclesiale era diventato un fatto necessario: il nuovo insediamento era decisamente troppo lontano dalle parrocchie già esistenti e contava già un alto numero di abitanti su un territorio molto esteso, che partendo dalla zona di Badu ‘e Carros arrivava al villaggio dell’Ersat e alle case degli assegnatari.
Nel 1985 fu acquistata dalla diocesi di Nuoro un’area della superficie di mq 3.000 nell’unico spazio libero da costruzioni realizzate o programmate, compatibile con le destinazioni previste dal Piano Particolareggiato Badu ‘e Carros. Si crearono così i presupposti per erigere, nella città di Nuoro, una nuova Parrocchia da dedicare alla B. Maria Gabriella Sagheddu di Dorgali, che nel convento di Grottaferrata aveva offerto la sua giovane vita per ottenere la grazia della riunificazione delle chiese cristiane. I primi passi della parrocchia B. Maria Gabriella furono segnati da una condizione di grave precarietà. Tale situazione era evidente nello stesso territorio, che si presentava come un immenso cantiere: le case in costruzione, le strade inesistenti, la mancanza di illuminazione, la totale assenza dei servizi.